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Il ddl Levi fa discutere i blogger

20 Ottobre 2007

Un disegno di legge del sottosegretario Levi per il riordino della legislazione nel settore editoriale sta facendo discutere con toni anche accesi la blogosfera italiana.

Il ddl prevede obblighi di registrazione e avrebbe come effetto rischi di sanzioni ritenuti da molti inaccettabili. Il proponente ha già precisato: «Non abbiamo interesse a toccare i siti amatoriali o i blog personali, non sarebbe praticabile».

Già nel 2001 un provvedimento sullo stesso tema (L. 62/2001) aveva generato preoccupazioni tra i tenutari di siti.

Le camere esamineranno presto il disegno di legge ma molti parlamentari si sono già detti contrari.

11 commenti a “Il ddl Levi fa discutere i blogger”

  1. Rick ha detto:

    Firmate la petizione contro questa indecenza

    http://www.partito-pirata.it/?q=node/349

  2. Mauro ha detto:

    Ma varrebbe anche per i blog ospitati su server all´estero ?

    Ciao
    mauro

  3. zarathustra85 ha detto:

    Le camere esamineranno presto il disegno di legge ma molti parlamentari si sono già detti contrari.
    e per fortuna!!!!! se passasse sarebbe un colpo durissimo alla già fragile democrazia italiana

  4. GianFranco ha detto:

    Su un quotidiano locale di oggi (Il SecoloXIX) a pag.6 c’è un trafiletto secondo il quale il ministro Gentiloni, osserva che il ddl è da rivedere in quanto mischia blog (amatoriali) e siti veri e propri con taglio editoriale e/o giornalistico.
    Da tenere conto che lo stesso Gentiloni, pare abbia pure un suo blog. Vuoi vedere che questo ci può venire utile?
    GianFranco

  5. Tania ha detto:

    Sono d’accordo sulla regolamentazione dei blog ‘giornalistici’ perché ormai i bloggher si sentono giornalisti quindi scrivono, sentenziano e sparlano senza alcun rispetto perla privacy e senza conoscere minimamente la deontologia del giornalista quindi, tutti coloro che si sentono giornalisti e che definiscono i propri post ‘articoli’, è giusto che si assumano delle responsabilità. Io sono giornalista ed il mio lavoro lo svolgo al di fuori del blog, al massimo ho inserito alcuni link di articoli scritti sullo spettacolo oppure recensioni teatrali ecc. ma non ad argomento politico.

  6. Lo psicologo ha detto:

    Io credo che tale decreto parta da presupposti errati. La rete è già sorvegliata dalla polizia postale, la quale possiede i mezzi per rintracciare chi si rende colpevole di reati sul web. Inoltre la legge punisce chi lo fa.

    Non vedo dunque la necessità di restringere l’accesso ad internet, né il bisogno di rendere più severe le pene per chi sbaglia online.

    E poi scusate… ma quale assurdo governo prima libererebbe i delinquenti minori (si fa per dire…) attraverso l’indulto, per poi mettere in prigione chi diffama qualcuno su internet?

    Non vi pare un po’ incoerente, per non dire di peggio?

  7. Antonio Montanari ha detto:

    Nel mio blog su Stampa.it,

    http://antoniomontanarinozzoli.blog.lastampa.it/antoniomontanari/2007/10/roc-blog-nuova-.html

    ho avanzato l’altro ieri l’ipotesi che si trattasse soltanto di un sistema studiato per introdurre un nuovo balzello.

    Vedo oggi che è d’accordo anche Anna Masera che sullo stesso quotidiano on line s’interroga: «Internet tax?»

    http://www.lastampa.it/_web/CMSTP/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=2&ID_articolo=604&ID_sezione=3&sezione=Web%20Notes

    Comunque il progetto-Gentiloni (come scrivo nel mio post) è inutile perché ricalca norme già esistenti per gli editori veri e propri…
    Antonio Montanari

  8. Antonio ha detto:

    Loro ogni tanto ci provano, anche per fare vedere che fanno qualcosa. Ben sanno però che questo provvedimento non passerà di certo. La loro convinzione è che passerà più in là con gli anni.

  9. I regali di natale ha detto:

    Complimenti,bellissimo sito i contenuti sono eccezzionali, anche noi abbiamo aperto un sito sul natale se ti interessa http://www.iregalidinatale.net

  10. mario francescato ha detto:

    Sulla questione della legge sull’editoria, infelice sicuramente per quanto riguarda la regolamentazione o presunta tale dei blog, vi è stata molta confusione. Vediamo di non aggiungerne noi blogger.
    Innanzitutto non si tratta di un ddl proposto dal sottosegretario Levi, che non potrebbe farlo, ma dal presidente Prodi. Vedi di seguito i riferimenti. La presentazione del ddl da parte del sottosegretario è stata ancora più infelice, ma poi egli è stato subito smentito da sè stesso e dal ministro Gentiloni, competente per la materia, che del resto aveva chiarito il punto già in un question time alla Camera in settebre (vedi il mio blog).
    Ciò detto si è trattato di una solenne figuraccia governativa e bene ha fatto la blogosfera a reagire. Però è bene protestare sulla base di dati di fatto e non di congetture.
    Infine, quand’anche la legge passasse nella prima interpretazione di Levi io personalmente mi guarderei bene dal chiedere qualsivoglia registrazione, certo che la giurisprudenza affermerebbe la libertà di blog, nel solo rispetto delle norme di diritto penale e civile già esistenti.
    Consiglio dei ministri n.62 del 3 agosto 2007
    http://www.palazzochigi.it/Governo/ConsiglioMinistri/dettaglio.asp?d=35928&pg=1%2C2066%2C4851%2C7588%2C9589%2C11822%2C13746&pg_c=2

    su proposta del Presidente del Consiglio, Prodi:

    – un disegno di legge per la nuova disciplina dell’editoria quotidiana, periodica e libraria, che conferisce al Governo anche una delega per l’emanazione di un testo unico sul riordino dell’intera legislazione del settore. In coerenza con i principi costituzionali in materia, la riforma promuove un crescente pluralismo ed un maggiore sostegno all’innovazione, all’occupazione, alla trasparenza delle provvidenze pubbliche; sul testo verrà acquisito il parere della Conferenza unificata e verrà sentito il Comitato tecnico consultivo per l’editoria;

  11. Sara ha detto:

    24 Ottobre 2007
    Le mani nella marmellata

    Boing Boing, il terzo blog del mondo, ha scritto della legge Levi-Prodi. Il Governo ha fatto un figura mondiale di incompetenza. Levi, un signor Nessuno eletto da nessuno, ha spiegato che c’è stata, per mesi, una consultazione con tutti i protagonisti del settore per redigere la legge, inclusi gli edicolanti. I blogger sono stati esclusi. Gli operatori della Rete sono stati esclusi. Con chi ha parlato Levi? Con Berlusconi, con De Benedetti? Non certo con i ministri del Governo.
    Non ha illustrato la legge al titolare del ministero delle Comunicazioni, quello che avrebbe dovuto scriverla.
    Il Consiglio dei Ministri è un luogo ben strano. Vorrei poterlo filmare. Il 12 ottobre alla presentazione della Levi-Prodi chi c’era dormiva e se non dormiva pensava ad altro:
    – “mi prendo la mia parte di responsabilità per non aver controllato personalmente e parola per parola il testo…che autorizza interpretazioni estensive che potrebbero limitare l’attività di molti siti e blog. Molto meglio lasciare le regole attuali…” Paolo Gentiloni, Ministro delle Comunicazioni
    – “non è stato discusso nel Consiglio dei Ministri del 12 ottobre perchè presentato come provvedimento di normale routine.” Antonio Di Pietro, Ministro delle Infrastrutture
    – “dico subito che quel giorno, dopo aver tentato di migliorare il decreto sul welfare, sono dovuto correre al Quirinale per premiare i giovani impegnati sul cambiamento climatico e non ho potuto seguire la norma che sta allarmando la Rete. Rileggendola oggi, mi sembra decisamente restrittiva per chi gestisce un blog o una pagina web.” Alfonso Pecoraro Scanio, Ministro dell’Ambiente

    Per evitare altre brutte figure Prodi pubblichi prima le proposte del Consiglio on line, legga i commenti e poi proceda. I cittadini sarebbero informati e anche i Ministri.
    La Commissione cultura della Camera esamina oggi la Levi-Prodi. Vorrei che la discussione sia resa pubblica con la possibilità di commentarla.
    Levi ha dichiarato: “Per ogni legge, il passaggio parlamentare è l’occasione per migliorare i testi e, quando necessario, chiarire i punti ambigui”. La legge l’ha scritta lui su dettatura di Prodi. I casi sono due : Levi ci è o ci fa. Sicuramente ci ha provato. Questa volta sono stati presi con le mani nella marmellata. Ma quante volte ci hanno provato con successo senza che nessuno lo sapesse?
    Leggi anche il Times sulla Levi-Prodi.

    25 Ottobre 2007
    L’articolo 7 della Levi-Prodi

    Clicca il video per il libro: “Tutte le battaglie di Beppe Grillo”

    L’arzillo vecchietto Levi non molla. Ha infatti modificato l’articolo 7 della Levi-Prodi con un comma aggiuntivo invece di cancellare l’articolo. Ecco il comma:
    “Sono esclusi dall’obbligo di iscrizione al Roc i soggetti che accedono ad internet o operano su internet in forme o con prodotti, come i siti personali o ad uso collettivo che non costituiscono un’organizzazione imprenditoriale del lavoro”.
    Cosa si intende per organizzazione imprenditoriale del lavoro? Chi propone pubblicità dal suo sito, come ad esempio Google AdSense, ricade in questo caso? Chi vende un prodotto on line è un imprenditore del lavoro?
    Levi cancella questo c…o di articolo 7 e non se ne parli più. Basta con le prese per il culo.
    Il mondo ride di noi. Il Times in un articolo dal titolo: “Assalto geriatrico ai bloggers italiani” ci definisce come: “una nazione di legislatori ottuagenari eletti da settantenni, i pensionati”.
    No all’articolo 7, libertà per la Rete. Non molliamo!

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